Ministeri istituiti: un’occasione preziosa per valorizzare i doni dello Spirito alla Chiesa
La coscienza di Israele di essere il popolo “santo” di Dio, infatti, si compie nella Chiesa che, dalla Pentecoste in poi, conserva la certezza di essere il “luogo” in cui Dio si fa presente e crea la comunione tra i fedeli. Pensando a un esempio banale, qualsiasi famiglia che ricevesse la visita inaspettata di un ospite illustre e stimato, cambierebbe immediatamente la qualità dei propri rapporti ritrovandosi unita nel servizio all’ospite, con ogni membro impegnato in un compito. Tale dinamica la ritroviamo nella Chiesa nascente: la comunità cristiana si è ritrovata coinvolta nel servizio al Corpo di Cristo nelle sue diverse forme (liturgia, carità, missione…). All’interno di questo movimento, da subito si distingue l’autorità superiore degli Apostoli nel contesto dei diversi carismi e ministeri.
Analizzando più nel dettaglio gli attuali ministeri istituiti (lettorato, accolitato, catechista) vediamo che la loro identità deriva dal battesimo e dalla confermazione, insieme ad un originale dono dello Spirito per l’edificazione della Chiesa. Essenziale rimane comunque il discernimento dei pastori, la presenza di doti umane ed ecclesiali nel candidato, insieme ad un adeguato cammino di formazione. Attraverso il rito di istituzione, questi fedeli assumono un ufficio qualificato all’interno della Chiesain modo stabile e permanente: l’esercizio concreto del ministero è poi legato a un mandato specifico da parte del Vescovo. Si tratta di figure con responsabilità di coordinamento degli altri ministri di fatto, cioè di tutti i laici che, pur essendo “istituiti”, dedicano tempo ed energie alle diverse esigenze della comunità cristiana, dal servizio liturgico al catechismo e oltre.
• la dinamica missionaria di ogni servizio-ministero: ogni discepolo di Gesù non può esaurire il proprio impegno nel servizio liturgico, ma è spinto ad offrire la propria testimonianza negli ambienti in cui lavora e vive;